Giugno, nell’emisfero sud è portatore d’inverno.
Nonostante io viva a Sydney da ormai quasi cinque anni e nonostante un espatrio part time in Namibia, durato quattro anni, quando a giugno mi vedo arrivare l’inverno, il mio corpo non si capacita e la mia mente si deve abituare all’idea.
Le stagioni, invertite, rappresentano però qualcosa di molto più profondo e toccano corde intime e ben piantate dentro di noi. Ne avevo scritto qua, vivendo la primavera settembrina.
Oggi, voglio condividere con voi alcune delle cose più buffe e alcune delle osservazioni più frequenti, quando si parla di stagioni invertite.
Di solito, in questo periodo ricevo telefonate di amici che mi chiedono: “Cosa farete quest’estate?“. Nessuno si ricorda mai che qui l’anno scolastico tra luglio e agosto è in pieno svolgimento.
Siamo esattamente a metà strada: ci sono due settimane di vacanza a luglio, ma sono solo quelle di fine term. Invece è immancabile la domanda: come sono andate le pagelle dei bambini?
D’altro canto io continuo a dire che ad aprile abbiamo avuto le vacanze di primavera, e invece sono state quelle d’autunno…
Dicembre, estate: provate a immaginare un Natale estivo.
L’idea può anche sembrare suggestiva. Spiaggia, caldo, bagni al mare.
Alla lunga, però, stanca. Almeno a me!
Natale è Natale in inverno. Con il caminetto acceso, le coperte calde, la cioccolata fumante e Piccolo Lord in televisione. Inoltre l’iconografia mondiale del Natale prevede neve, strenne e Babbo Natale vestito di tutto punto. A questo proposito, tengo a dirvi, che anche qui, in piena estate, il caro Babbo è vestito da neve. Immaginate il poveretto quanto soffre!
Per quanto riguarda me, in questi giorni di inizio inverno, mi sorprendo a cantare Santa Claus is coming to town nonostante luglio sia quasi alle porte.
Di contro, però, a carnevale si può sfoggiare la mascherina in piena estate, senza coprirla con giubbotto, sciarpa e guanti. Che poi il carnevale non sia una tradizione qui, è tutto un altro paio di maniche.
Quando riusciamo ad andare in Italia possiamo comprare molte cose in saldo.
Ricordo estati italiane durante le quali ho comprato interi cambi stagione per i bambini a prezzi super convenienti. Altrettante volte, però, loro sono cresciuti troppo o troppo poco e non ho potuto usare nulla.
Ho festeggiato per quarant’anni in pieno inverno: sono nata a gennaio. Da quando vivo qui posso organizzare un pranzo al mare e una nuotata con gli amici.
Lo stesso vale per i miei figli: uno di giugno e l’altro di febbraio. Hanno sperimentato l’ebbrezza di una festa come non avrebbero potuto: al parco in febbraio e al cinema in giugno. Mio marito, che è nato in una stagione di mezzo, si trova uguale. Più o meno.
Ilarità a parte, spesso non ci rendiamo conto di quanto le abitudini influenzino la nostra vita. Questo è un esempio buffo di come un espatrio ci faccia cambiare le nostre prospettive. Di come ci spinga a guardare qualsiasi aspetto della vita, con un altro occhio. Perfino quello che davamo più per scontato.
È qualcosa di magnifico. Ci rende duttili, elastici, aperti. A patto, però, di avere radici ben salde in noi. E più passa il tempo, più vedo chiaramente come i punti di riferimento, cambino attraverso le generazioni.
I nostri figli avranno, credo, delle radici aeree.
Manuela, Sydney